Dormito non molto bene per via del collo ma almeno mi sono alzato tardi. L’eritema è nel massimo del suo splendore, credo che il prodotto che ho comprato sia troppo forte per la mia pelle. Decido di andare in farmacia e vedere se mi danno qualche cosa. Fatta colazione vado alla prima farmacia che trovo. Anche qui mi meraviglio di come riesco a tenere il dialogo in inglese e soprattutto a capire il farmacista, ragazzo giovane e gentile che mi chiede il passaporto e dove risiedo, dopodichè mi prescrive una crema cortisonica da mettere 4 volte al giorno, niente sole e niente mare: ma io sto partendo per le Whit su una barca a vela e questo mi dice niente sole e niente mare? Impossibile. Visto che ci sono compro anche un repellente per le zanzare, mi hanno detto che da qui in poi ci sono delle bestie che ti succhiano anche il midollo.. Torno in ostello e mi spalmo immediatamente. L’effetto del cortisone si sente subito.Ho l’autobus alle 13.30 ma devo fare il check out entro le 10. Lascio lo zaino grande nel deposito a pagamento dll’ostello e mi fermo nella cucina-refettorio-sdala tv a passare un po di tempo prima di pranzare. Alle 13.30 puntuale l’autobus ci carica. Fa un breve giro per raccogliere tutti i viaggiatori. Cerco di sentire se c’è qualche italiano e poi, all’ultima fermata, salgono due ragazzi di Modena e due londinesi di madre italiana….so salvo. Arriviamo all’imbarcadero. Ci accoglie un tipo che dice sempre: “ a gay….okay…” non capisco mai quando intende dire ragazzi o ok. Ci spiega in linea di massima quello che sarà il viaggio e come dobbiamo comportarci. Il tipo peserà sul quintale, alto 190 centimetri, riccio biondo e dalla pelle chiara, naso spellato, il classico marinaio. Alla fine ci avviamo verso la nostra barca: IL BOOMERANG. Il nome non è che sia il massimo dell’originalità ma è bella e molto grande, un 30 metri messo molto bene. Ci fanno mettere le scarpe in un sacco ed a piedi nudi si sale sulla barca. Ci accoglie il Capitano ed altre due persone: una ragazza bionda ed un ragazzo di colore. Di quello che dice il comandante non capisco, e non capirò per tutto il viaggio, una emerita mazza. La ragazza è una tedesca, piccolina, carina. Gestisce lei la parte ospiti. Ci porta sottocoperta e ci spiega la vita a bordo: i primi a mangiare saranno i vegetariani, poi le donne e poi gli uomini. Per fare la doccia (1 sola volta al giorno) abbiamo 5 minuti. Ora io non sono dotato ma 5 minuti non mi bastano neanche per fare il bidet!!! Ci spiega come poter usare il frigo con le bevande, chi ne prende una la segna sul suo nome ed a fine viaggio si tirano le somme ed uno paga….se lo facessero in Italia il frigo sarebbe vuoto e pochi segnerebbero le bevande. Detto questo ci assegnano le cuccette e si parte. Siamo 27 ospiti e 4 di equipaggio. Facendo i calcoli abbiamo appena 1 metro di barca a testa?!?!?!? I due ragazzi di Modena si chiamano Alessandro e Renzo. I due ragazzi di Londra ma di madre italiana sono Giulia ed Alex, simpatici e sicuramente mi daranno una mano con l’inglese. Mentre iniziamo a mollare gli ormeggi la ragazza di bordo ci prepara lo spuntino di benvenuto: frutta fresca a pezzettini. Si parte a motore perché una legge australiana vieta di uscire dalle marinerie a vela. Appena fuori dal porto si parte con le vele….uno spettacolo, c’è un bel vento teso, il comandante ci fa mettere tutti sul lato di dritta e ci becchiamo degli spruzzi rinfrescanti. La barca fila che è un piacere. Vedo i pesci volanti ed una tartaruga enorme, li guardo a bocca aperta come un bambino che non ha mai visto certe cose. Mi alzo per cercare la macchina fotografica ma il comandante mi riprende immediatamente, non so cosa mi abbia detto ma mi fa segno di sedermi. Poi mi spiegano che ha detto di star seduto perché sta facendo manovra e non vuole che il boma mi prenda pieno in testa. Sulla barca ci sono un po tutte le nazionalità, soprattutto europee, non ci sono asiatici, strano, ripensandoci anche ad Airlie non ne ho visti…..la cosa mi preoccupa, cavoli te li trovi ovunque! Poi…..poi non dico più niente. Anzi no dico solo 4 cose: 1) Le Whit sono da vivere, non esiste descrizione che possa reggere, bisogna andare, preferibilmente in barca, farsi un giro, vedere quei posti e rendersi conto di cosa sto parlando; 2) primo sogno realizzato. Fino a questo giorno ho solo visto al cinema certe scene ma io l’ho realizzato, l’ho portato alla mia realtà. Una partita di calcio sulla spiaggia di un atollo australiano. Ci sbarcano su questa stupenda spiaggia con una cassettina contenete un po di giocattolini tra i quali un pallone sgonfio. Prima facciamo il bagno con le tutine….poi un calcio tira l’altro e praticamente si organizza Italia – Resto del Mondo. Chi ha vinto?...ma naturalmente noi, con non ricordo se duo o tre gol del sottoscritto….na favola, solo che alle 9 di mattina faceva un caldo bestiale e dopo 30 minuti che giocavamo eravamo tutti sfiniti. 3) Secondo sogno realizzato è quello di nuotare nella barriera corallina attorniato da non so quanti tipi di pesci, di tutti i colori, di tutte le misure e di tutto di più…..fantastico. 4) Terzo sogno, dormire sul ponte di una barca, sotto ad un cielo stellato attorniato da una miriade di persone e soprattutto belle fanciulle. Il cielo australiano in mezzo al mare è …. 5) Vedere un tramonto incredibile, da lasciare senza fiato. Ora potevo raccontarvi della peggior pasta mangiata in vita mia, delle bombe fatte dalla barca e tutti che mi guardavano come un pirla (tanto c’ero abituato ormai), delle tette grosse di Lucy, della pioggia presa mentre ero a dormire sopra al ponte della barca, della chiacchierata che abbiamo fatto: un francese, un brasiliano, un tedesco e 3 italiani alle 3 di notte sui migliori calciatori al mondo, potrei raccontarvi della scoperta della vegetamine o come cavolo si scrive…una cosa peggio del wasamy, potrei raccontarvi un milione di cose ma le foto possono in parte descrivere quello che sono le whit e dell'avventura che puoi vivere in un viaggio come questo…ma bisogna andarci.

Nessun commento: