In questi giorni è dura, veramente dura. Mi chiedo soprattutto perchè i terremoti devono dare il meglio di se di notte. Quale strana alchimia fa si che ogni volta che c'è una scossa che fa danni o che cmq ti spaventa per come esprime e sprigiona la sua energia, debba avvenire sempre in ore notturne.
Questo stato di cose fa si che, in concomitanza del fatto che ormai sono tre notti che la terra trema, tu non possa dormire, un po come la tortura del sonno, ovvero farti addormentare e poco dopo svegliarti.
Questi i fatti, poi ci sono le conseguenze. Praticamente si vive in uno stato di terrore. Ogniminimo rumore o ogni vibrazione che puoi percepire pensi che arriva l'ennesima scossa e ti poni in quella condizione mentale di dire:" sarà breve?...durerà poco?...farà danni?"
Poi quando sei lì che tutto trema, inerme ed impotente (sensazione bruttissima) aspetti e pensi...."ora finisce...ora finisce"
A questo aggiungi che in casa ho un armadio con le ante scorrevoli che ad ogni minima scossa sbatte le ante contro la struttura. Aggiungici i cristalli del mobile della sala che gia con il loro rumore stridulo ti fanno alzare i peli per la paura.....insomma il tutto ti porta ad avere uno stato psichico molto preario. Ma io ho 43 anni ed ho gia vissuto nel 97 il terremoto di Foligno e so bene o male cosa si prova.
Sono distrutto nel vedere l'effetto che sta avendo tutta questa situazione su mia figlia Beatrice di nove anni. Ormai la sera, quando incomincia ad imbrunire, non parla più, si ammutolisce, non vuole stare più sola in una stanza, non dorme e se si appisola non puoi fare il minimo rumore che subito si alza e sgrana gli occhi. La cosa più brutta è vedere come reagisce quando arriva la scossa, è la paura fatta persona, perde completamente il controllo......ed io a cercare di tranquillizzarla, la stringo a me e sento il suo cuore battere in un modo che non credevo fosse possibile......e noi siamo a 100 chilometri in linea d'aria da dove è successo il macello, a 100 chilometri da dove c'è distruzione, da dove c'è sofferenza, da dove c'è gente che ha perso la vita.
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