Sydney 18 gennaio 2006

Incomincio a riprendere confidenza con le date. Avevo completamente perso la cognizione del tempo. Si parte per un giro della città e cosa vuoi vedere per prima cosa a Sydney?....Bondy Beach. Ho capito che se mi capitasse l’occasione vorrei vivere a Bondy. Bellissima!!! Tutto il quartiere scende verso questa baia che ha una spiaggia attrezzatissima: pista ciclabile, pista pedonale, giardini pubblici curatissimi, rampe per skate, insomma quasi perfetta. Certo oggi piove, ancora, e non c’è gente, sarebbe da vederla quando c’è casino, mi hanno detto che non c’è un metro quadro di spiaggia libera. Mi faccio una camminata e vedo tantissima gente correre, fare ginnastica e mi chiedo:” ma chi cazzo lavora in questa città?”. Scopro un livido enorme sul polpaccio destro. Non mi fa male e soprattutto non ricordo di aver sbattuto da nessuna parte…..passerà?!?!?! Questo si aggiunge alla caviglia che mi fa male. Scendendo dal letto a castello della stanza e volendo fare il ginnico, ho messo male il piede e…mi fa male, ho chiesto una consulenza transoceanica via sms alla mia dottoressa, l’amica Diana, mi ha detto di prendere due aspirine e di non rompere le scatole perché se si è in Australia a divertirsi si può sopportare un leggero dolore alla caviglia. Accuso il colpo e mi sto zitto. Devo segnalare due cose: 1) l’attrezzo più cazzuto che abbia mai visto. Praticamente è un bastone di plastica che serve a raccogliere e lanciare la palla al cane. 2) Le giapponesine abbronzate…..sono una favola, gli diventa la pelle col oro, una cosa veramente unica. Provo ad andare a Watson’s bay, Oztupac-Paolino me ne ha decantato le lodi in tutte le lingue ed in tutte le salse. Prendo il traghetto a Circular Quay, il tempo fa schifo, non riesco neanche a godermi il panorama dal traghetto. Arrivo a Watson’s bay e viene giù il finimondo, uno scroscio d’acqua incredibile, metto un piede a terra e risalgo subito sul traghetto per tornare in città, ci riproverò n’altro giorno. Devo dire che Sydney a livello di mezzi pubblici è ben fornita e ben pensata. La metro serve quasi tutti i punti della città ma soprattutto della periferia. Si incontra in due nodi principali e strategici con gli altri mezzi di trasporto ovvero: con i treni alla stazione centrale e con i traghetti a Circular Quay, questo facilita nettamente gli spostamenti anche se poi questi punti nevralgici sono spesso sovraffollati. Il resto della giornata scorre come un normalissimo turista, mangio, giro per la città non potendone godere molto visto il tempo che è pessimo, pennichella pomeridiana con ricerca serale del solito posto dove mangiare. La sera riesco anche a fare il diario prima di addormentarmi.

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